I cavalli sono animali claustrofobici. L’esercizio del corridoio li aiuta ad affrontare la paura.
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Si sa che i cavalli non amano gli spazi chiusi e stretti. La fobia risale all’istinto di preda, la quale, una volta in trappola, ha poche possibilità di sopravvivenza. Questo spiega perché i luoghi chiusi, come trailer, sellaggi o travagli rendono spesso i cavalli nervosi e agitati. La razionalizzazione aiuta già molto l’animale a gestire il suo stato d’ansia, ma questo ulteriore esercizio rinforza la sua capacità di affrontare la claustrofobia. Come tutti gli step avanzati del metodo ATH, il corridoio richiede che il cavallo conosca tutti gli esercizi precedenti, in particolare la direzione, il rispetto della capezza, gli spostamenti di spalle e posteriori ed il rispetto dello spazio personale. Può sembrare un esercizio piuttosto semplice, ma nasconde molte insidie e può essere considerato uno tra i più pericolosi. La posizione che andremo ad assumere ci porrà molto vicino ai posteriori del cavallo, con il rischio concreto di un calcio senza possibilità di difesa. Quindi procederemo all’esecuzione solo quando il nostro allievo si dimostrerà solido su tutti gli esercizi precedenti e perciò totalmente sotto controllo. Iniziamo ponendoci ad una distanza di circa 3 metri da una parete e grazie al primo step chiederemo al cavallo di passare tra noi e la parete (Foto 1).
La nostra presenza permetterà di regolare lo spazio ristretto e di chiuderlo o ampliarlo a seconda delle necessità. L’atteggiamento che lui avrà durante il passaggio ci permetterà di capire se lo spazio da noi creato ponga già il cavallo in uno stato di ansia, aumentando l’andatura o mostrando segni di nervosismo, o meno. Nel caso non fosse tranquillo gli faremo riprovare il corridoio fino a che non comprenderà che non c’è nulla di cui aver paura. Qualora fosse invece tranquillo, potremmo restringere lo spazio facendo un piccolo passo avanti. Durante il passaggio del cavallo avremo cura di non fissarlo, ma di guardare la direzione che gli stiamo chiedendo. Inoltre non dovremo variare lo spazio creato durante l’attraversamento se non per un’eventuale incolumità nostra. Nel caso in cui il cavallo ci dovesse venire addosso, utilizzeremo lo spazio personale per ricordargli di rispettarlo. Una volta che la sua groppa sarà esattamente di fronte a noi, prenderemo contatto con la lunghina, in modo da portargli la testa verso l’interno e gestire l’uscita dal corridoio. Immediatamente chiederemo uno spostamento di posteriore per allontanarlo da noi e subito dopo uno spostamento di spalla per farlo rientrare nel corridoio creato. Il tutto avverrà con comandi precisi e decisi, ma non frettolosi. Ad ogni passaggio rilassato del cavallo, potremmo stringere lo spazio tra noi e la parete. Quindi il movimento del cavallo sarà una mezzaluna tra noi e la parete che gestiremo tramite tutti i comandi già appresi fino a qui. Possiamo arrivare a stringere lo spazio fino a quando il cavallo toccherà con la pancia la parete e la nostra pancia. Come forma aggiuntiva di difficoltà possiamo anche inserire una fermata esattamente nel punto più stretto del passaggio per vedere se il cavallo rimane tranquillo e fermo.
CAVALLI CALCIATORI
Vi sono cavalli che nonostante il lavoro tendono a mantenere il comportamento di calciare sotto pressione. In questi casi, per procedere all’esercizio, si può sostituire la figura del cavaliere con un bidone o un balletta di truciolo, in modo da proteggersi da un eventuale calcio. La sicurezza è sempre la prima necessità nel lavoro con i cavalli.