Le balze, o pastoie, possono entrare in un programma di addestramento con ottimi
benefici per il cavallo ed il cavaliere.
Scarica l’articolo in PDF e stampalo per leggerlo dove vuoi
Le balze, conosciute anche come pastoie, sono uno strumento di contenimento dell’animale fin dalla notte dei tempi. La loro funzione è quella di limitare il movimento degli arti del cavallo in modo da ridurre la sua possibilità di fuga o comunque di allontanamento(Foto 1). Sono nate con buona probabilità dalla necessità di controllare gli animali in assenza di recinzioni o luoghi dove poterli legare in sicurezza. Ancora ad oggi in diverse zone d’Italia può capitare di vedere cavalli o asini pascolare con le balze. Contrariamente a quello che pensano molti, le balze non sono vietate dalla legge, ma consentite in assenza di altri mezzi di contenimento dell’animale, qualora venga tuttavia preservato il benessere animale (quindi non lo devono ferire o impedirgli di alimentarsi o abbeverarsi).
Diverse tipologie di balze
Esistono diverse tipologie di balze, a seconda del tipo di contenimento richiesto (Foto 2). Ci sono balze singole, che bloccano un solo arto (anteriore o posteriore) che sono spesso utilizzate da veterinari o maniscalchi per effettuare cure o medicazioni in zone altrimenti rischiose. Le balze doppie anteriori bloccano i bipedi anteriori (tutte due le gambe anteriori) e sovente vengono utilizzate nelle soste brevi dai trekker in assenza di un punto per legare il cavallo. Nella riproduzione vengono spesso utilizzate le balze doppie posteriori sulla giumenta per evitare che calci lo stallone durante la monta naturale. Le balze laterali bloccano i bipedi laterali rendendo quasi impossibile il trotto ai cavalli. Vi sono poi le balze a tre, che bloccano il bipede anteriore ed un posteriore ed infine, per i casi più tenaci, le balze a 4 che bloccano tutti gli arti.
Foto 2 – Ci sono diverse balze per diversi usi: la balza singola (prima a sinistra), la balza doppia anteriore (seconda foto da sinistra), la balza laterale (terza foto), la posteriore (ultima foto), la balza a 3 o a 4.
L’utilizzo comune
Come già spiegato, le balze vengono utilizzate principalmente per contenere il movimento del cavallo in assenza di una recinzione o di un luogo idoneo per legarlo. Per chi fa trekking a cavallo spesso non vi sono possibilità alternative durante le soste, se non tenerlo a mano per ore. Ma chiaramente questo diventa poco pratico e non permette al cavaliere di riposare se è in marcia da molte ore o anche di effettuare qualsivoglia operazione (mangiare, riparare l’attrezzatura, espletare i suoi bisogni). Imbalzare il cavallo permette al trekker inoltre di lasciarlo brucare per ore senza doverlo costantemente sorvegliare. In veterinaria vengono utilizzate per effettuare determinate operazioni (medicazioni o monta in naturale, per esempio) in sicurezza, così da evitare di essere calciati o per mantenere l’equide immobile durante lo svolgimento delle stesse.
Le balze per ATH
Nell’addestramento ATH le balze entrano in gioco nel campo della razionalizzazione (step #4). Per ATH imbalzare il cavallo ha molti effetti positivi che, se ben gestiti, portano ad avere un compagno di cavalcate più sicuro e più cosciente. Un cavallo che ha imparato a gestire le balze è un cavallo che ha sviluppato ed allenato la parte razionale del suo cervello, in quanto non possiamo dare per scontato che l’animale sappia quale gamba abbiamo deciso di bloccargli. Quindi una prima riflessione da parte sua è quella di rendersi conto di quale gamba ha ancora la possibilità di muoversi e quale no. Una volta realizzata la situazione, il secondo sforzo mentale del cavallo è capire come potersi muovere con le gambe ancora libere. Per noi esseri razionali è semplice ed intuitivo, mentre per un essere istintivo il panico potrebbe essere la prima scelta (Foto 3).
Abbiamo ribadito più e più volte come per il metodo ATH lo sviluppo e il potenziamento della parte razionale nel cavallo siano fondamentali per avere un compagno di supporto sia nel montare in campo che in passeggiata. Ora immaginiamo che nell’erba alta il cavallo rimanga impigliato in una recinzione nascosta o incastri il piede in una radice non visibile o ancora rimanga bloccato in una di quelle numerose canalette per lo scolo dell’acqua tipiche delle zone di montagna. Un cavallo non abituato andrà in panico sentendo la gamba bloccata ed inizierà a tirare a tutta forza per liberarsi con rischio di infortuni sia per lui che per il suo cavaliere. Un cavallo addestrato a lavorare con le balze inizierà a riflettere su quale gamba è bloccata e quali movimenti gli siano concessi senza andare in panico, permettendo al cavaliere di scendere di sella e risolvere la situazione. Perciò lo sviluppo della parte razionale tramite le balze diventa in automatico una maggior sicurezza nella gestione del cavallo. Inoltre, come già detto in apertura, nel caso di una medicazione (per esempio quando si deve disinfettare nel post castrazione) il cavallo che conosce le balze si lascerà legare per un’operazione di cura in maggior sicurezza. Molto utili le balze risultano anche per i cavalli particolarmente impazienti e nervosi, in quanto si ritrovano in una situazione di restrizione, ma senza poter mettere in atto reazioni pericolose, come farebbero invece da legati, rischiando di farsi seriamente del male. Quindi il cavallo impaziente cercherà di liberarsi, ma scoprirà di non poter fare molto, imparando perciò ad attendere pazientemente l’intervento del cavaliere. Un ultimo risultato ottenuto grazie alle balze è la correzione dei cavalli calciatori, in quanto ritrovandosi con una gamba bloccata non riuscirebbero nell’intento di calciare (il cavaliere o altri cavalli), rischiando invece di perdere l’equilibrio e di cadere a terra, fino all’accettazione della situazione e alla rinuncia della difesa.
Insegnamento delle balze
Normalmente nell’addestramento ATH si arriva fino alla balza a 3, in quanto vengono coperte la maggior parte delle situazioni possibili e probabili. Il processo deve essere tuttavia metodico e sottintende già una buona gestione delle basi da terra (almeno delle prime due fasi del metodo ATH). Il cavallo ci deve conoscere, si deve fidare di noi e deve aver già eseguito esercizi di razionalizzazione (Foto 4). Si inizia dalla balza più semplice, ovvero quella singola anteriore. All’inizio si procede con la lunghina creando una situazione simile alla balza, ma rilasciabile in maniera immediata in caso di panico. Ricordiamo che i cavalli in panico non sono più in grado di pensare e quindi di razionalizzare le situazioni. Solo una volta accettata la situazione con la lunghina, si procede con la balza singola, prima su una gamba, poi sull’altra (Foto 5). Accettata anche questa situazione, si prova a vedere la capacità del cavallo di muoversi a destra e sinistra con un anteriore bloccato. Nulla di strano se le prime volte il cavallo finisce a terra. Deve realizzare che una gamba non si muove come lui vorrebbe. Per questo gli esercizi vanno realizzati su un terreno morbido e sotto stretta sorveglianza. Si prosegue per alcuni giorni finchè per il cavallo la situazione non diventa familiare (Foto 6).
Foto 5 – Si procede inizialmente con una lunghina o una corda, per far abituare il cavallo alla sensazione. Solo in seconda battuta si metterà la balza vera e propria, prima su una gamba, poi sull’altra, lasciando che il cavallo sperimenti i movimenti possibili.
Quindi si passa alle gambe posteriori con lo stesso procedimento.
La balza posteriore si lega normalmente al collo con un nodo di sicurezza. La legatura al collo consente ai cavalli calciatori di realizzare il nesso causa-effetto tra i loro calci e il contraccolpo sul collo. A questo punto si può passare alle balze doppie, all’inizio anteriori e poi laterali. Il procedimento non cambia, solo che con le balze doppie possiamo chiedere al cavallo anche di avanzare oltre che di muoversi a destra e a sinistra. Infine con la balza a tre possiamo bloccare due anteriori e un posteriore. Insegnare tutte queste tipologie di balze richiede tempo, competenza e pazienza. Mettere una balza e lasciare il cavallo da solo ad apprendere è un grosso rischio e non esente da pericoli. L’insegnamento proposto da ATH invece è progressivo e permette all’animale di imparare passo passo ad affrontare le situazioni più diverse con sempre maggior fiducia.
QUALI BALZE ACQUISTARE?
Il mercato prevede diverse tipologie di balze. Personalmente preferisco quelle in cuoio per gli anteriori e quelle imbottite per i posteriori. Non amo le catene che collegano le balze anteriori e laterali, ma preferisco che siano collegate da robuste corde, sempre per limitare il rischio di infortuni. Una buona balza è realizzata con materiale di qualità che non rischia di abradere la pelle del cavallo o provocare bruciature in caso di frizioni ripetute. La lana può essere una buona imbottitura, ma si può riempire di sabbia e sudore, diventando ruvida. Meglio piuttosto il feltro in questo caso. Qualsiasi balza scegliate di acquistare valutate la sua resistenza, la qualità e che non possa provocare lesioni al cavallo. Non è il caso di andare al risparmio su questo tipo di attrezzatura