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IL BACK DA TERRA

Il movimento indietro è innaturale per il cavallo eppure è importante insegnarlo. Vediamo perché.

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Foto 1 – La richiesta del back parte dalla postura frontale al cavallo, con il nostro sguardo che va oltre l’animale, il braccio che tiene la lunghina leggermente proteso in avanti.

Il movimento indietro del cavallo, in gergo detto back, è un movimento che raramente si osserva nei soggetti liberi, in quanto per queste prede è molto più rapido girarsi e fuggire, ponendo i posteriori come difesa. Nondimeno in tutta l’equitazione viene richiesta come manovra e in alcune discipline ne è valutata l’esecuzione. Per quale motivo? Partiamo dal punto di vista pratico: per coloro che lavoravano da sella, un cavallo che indietreggia risulta comodo in molte situazioni, come nell’apertura e nella chiusura di cancelli, nel movimento in sentieri stretti, una volta preso il vitello al lazzo per tenerlo in tensione e via dicendo; nelle discipline a sviluppo militare (quale il dressage) indietreggiare era fondamentale per mantenere la visuale sul nemico e tenere pronto l’animale allo scatto in avanti. A livello muscolare il back è una di quelle manovre che permettono un ottimo sviluppo della muscolatura della schiena e della groppa, impegnando i posteriori e liberando le spalle. Il modo migliore per ottenere un back fluido da sella è prepararlo da terra, così che il cavallo apprenda come organizzare tutte le parti del suo corpo e trovi il giusto equilibrio e bilanciamento tra anteriori e posteriori. Molte tecniche prevendono l’azione meccanica del cavaliere sulla capezza o l’uso di frustini o altri strumenti per ottenere questo movimento. Tuttavia questo risultato meccanico non sempre conduce all’effetto desiderato, in quanto il cavallo potrebbe fare troppo affidamento sulla richiesta, arrivando a pesare in avanti, contro la pressione, inficiando bilanciamento, equilibrio e leggerezza. Facendo in modo che indietreggi attivamente, svilupperemo in lui invece le giuste qualità per un back efficace. Ci sono diversi modi per richiedere un indietreggiamento attivo al cavallo. Possiamo insegnarli tutti o prediligerne uno sugli altri. Prima di iniziare dovremo logicamente aver ottenuto tutti gli esercizi di base da terra, per avere un allievo ben rispondente alle richieste, che non invade lo spazio personale e che ha imparato a muovere indipendentemente gambe anteriori e posteriori. Una tipologia di back era già stata ottenuta nel rispetto della capezza, quando generando pressione sopra il naso, il cavallo, cedendo allo strumento, indietreggiava. Ma essendo un risultato meccanico, non rientra nelle tipologie che vedremo in questo articolo, anche se fa parte degli esercizi preparatori per aiutare l’allievo a spostarsi in maniera esatta e potremmo aver bisogno di questa azione come correzione. Ma passiamo a vedere come ottenere il back a richiesta, la quale inizialmente sarà sempre un atteggiamento del nostro corpo, che si troverà esattamente di fronte al suo, con sguardo oltre il cavallo, la mano che avanza leggermente verso di lui, la voce (rana) (Foto 1). Sulle prime il cavallo non capirà, quindi inizieremo ad applicare una serie di pressioni diverse. Vediamo quali (Foto 2).

Foto 2 – In queste sequenze vediamo come le diverse soluzioni per la richiesta del back vengono effettuate sul medesimo cavallo.
  1. Azione sulla capezza

La prima richiesta agirà sulla capezza, ma non in maniera meccanica e diretta. Dopo aver fatto la richiesta e non aver ricevuto alcuna risposta, iniziamo ad ondeggiare dolcemente la lunghina dall’alto al basso, formando un’onda che andrà a fa sussultare la capezza sul naso del cavallo. Al ricordo di tale pressione, lui arretrerà. Talvolta sarà necessario aumentare l’intensità del movimento della lunghina, in modo da avere un maggior effetto sulla capezza, in dipendenza della sensibilità del nostro allievo. In caso di risposta errata (movimento laterale o in avanti) aumentiamo leggermente l’intensità fino all’ottenimento del passo indietro. Appena avuto, rilasceremo la pressione e ricominceremo da capo.

 

  1. Azione sulla lunghina

A seguito della richiesta, inizieremo ad ondeggiare delicatamente la lunghina da destra a sinistra. Quest’azione non viene percepita molto a livello della capezza, ma è visibile dal cavallo in quanto la lunghina con il suo movimento uscirà dal cono cieco sotto di lui, cosa che non accadeva per il precedente esercizio. Nel caso di assenza di risposta o di resistenza alla richiesta, si incrementa l’azione della lunghina fino a risposta corretta. Molti cavalli con questa tecnica tendono a fuggire dai lati. La paziente ripetizione li porterà a comprendere come muoversi.

 

  1. Azione sul petto

Richiesta utile per cavalli particolarmente freddi o resistenti alle pressioni. A seguito della richiesta, tenendo parte della lunghina sulla mano opposta a quella che tiene il cavallo, andremo a colpire dal basso il suo petto. Questa azione, all’inizio delicata, poi ad intensità crescente in base alla sensibilità, avviene nel punto cieco e agendo esattamente al centro del petto, causerà uno spostamento indietro invece che laterale. Ad ogni passo, saremo costretti a riadattarci per seguire il nostro allievo, uscito ora dal raggio di azione della lunghina, ricominciando dalla richiesta.

 

  1. Espansione dello spazio personale

Ottimo per cavalli sensibili o iper-reattivi. Dando per assodato che l’allievo abbia compreso lo spazio personale e che noi come cavalieri abbiamo imparato a gestirlo a nostra volta, effettuata la richiesta immagineremo che lo spazio personale attorno a noi si espanda fino a toccare i piedi del cavallo. Se questo viene da lui percepito, cercherà di allontanarsi, talvolta non indietreggiando. In tal caso lo correggeremo con la lunghina e riproveremo fino a risposta corretta. Può succedere che il cavallo opponga resistenza alla nostra dilatazione di spazio, allora agiremo ruotando la lunghina come nello spazio personale, rinforzando il concetto. A breve impareremo a dilatare lo spazio anche di diversi metri ed il cavallo imparerà a percepirlo.

 

  1. Azione con lo stick

Per i cavalli più irruenti o aggressivi, utilizzeremo uno stick. Inizialmente lo metteremo di traverso tra noi ed il cavallo. A seguito della prima richiesta, colpiremo la lunghina con lo stick dall’alto al basso a circa un terzo di distanza tra noi e l’allievo. Se non otteniamo alcuna risposta, colpiremo la lunghina a metà, poi a due terzi, sul moschettone ed infine sul naso. La presenza dello stick riduce il rischio di una possibile aggressione in avanti e ci permette di avere uno strumento per bloccare tale aggressione.

 

Quale sia il sistema scelto, l’obiettivo è quello di far indietreggiare il cavallo in linea retta alla sola richiesta iniziale. Ci vorranno diverse sessioni di lavoro per ottenere un risultato apprezzabile, ma con pazienza e costanza arriveremo al nostro obiettivo. Cerchiamo di fare la nostra richiesta valutando la presenza di sufficiente spazio dietro al cavallo per l’esecuzione dell’esercizio.

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