/ by /   Articoli / 0 comments

LO SPOSTAMENTO DI SPALLE

Spesso spostare le spalle del cavallo risulta piuttosto complesso. Scopriamo perché.

Scarica l’articolo in PDF e stampalo per leggerlo dove vuoi

 

Una volta che abbiamo preso controllo dei posteriori, andremo a cercare di spostare le spalle del nostro cavallo. Ci accorgeremo fin da subito che non è così semplice come spostare i posteriori. Una delle motivazioni chiave è la struttura stessa del cavallo: gli arti anteriori, per loro costruzione, sono stati studiati dalla natura per reggere circa il 70% del peso totale, mentre le gambe posteriori fungono da “molla” per dare la massima propulsione in avanti o la massima potenza con il calcio. Questo ci permette di capire che il bilanciamento del cavallo è sugli anteriori, quindi lo spostamento di quest’ultimi richiederà maggior sforzo ed energia. Una seconda motivazione, di carattere difensivo, risiede nel fatto che lo spostamento delle spalle comporta un carico dei posteriori, i quali perciò saranno impossibilitati a calciare per difendersi. A livello tecnico invece la difficoltà sta nel fatto che nel lavoro di spalle avremo a che fare con due “snodi” cruciali: l’attaccatura collo-spalla e l’attaccatura collo-testa. Questi snodi si muovono in maniera indipendente e possono metterci in seria difficoltà, cosa che nello spostamento dei posteriori invece non succede (Foto 1).

Foto1 – La struttura fisica del cavallo rende lo spostamento di spalle più complesso dei posteriori. Anche da razza a razza la complessità dell’esercizio può variare.

 

Tuttavia, prima di passare a spiegare la giusta tecnica per muovere la spalla del cavallo, andiamo a capire la motivazione di questo esercizio. Insegnare al cavallo questo movimento gli permette di imparare a gestire il suo bilanciamento anteriori-posteriori. Per pigrizia questi animali tendono a tenere il bilanciamento sempre sugli anteriori e naturalmente cercheranno di utilizzare i posteriori per girare, impiegando perciò gli anteriori come perno, anche per le motivazioni che abbiamo già elencato. L’utilizzo delle spalle sviluppa una muscolatura adeguata e bilanciata, oltre ad una buona elasticità. Prima di cominciare dobbiamo avere un buon controllo della capezza, il cavallo deve rispettare il nostro spazio personale e saper cedere alle pressioni in maniera razionale e non in fuga. Se abbiamo tutto questo, possiamo iniziare il nostro esercizio. Per prima cosa ci porremo vicino alla spalla che ci interessa spostare, ad un angolo di circa 45°. Stendendo le braccia da questa posizione dovremmo essere in grado di creare un angolo a 90° gradi con un lato di fronte alla testa del cavallo e uno sul fianco della spalla che andremo a muovere. Già questa posizione dovrebbe costringere il cavallo ad uscire dall’angolo muovendo la spalla, perché ogni altro movimento andrebbe contro la nostra struttura immaginaria. Da questa posizione terremo la lunghina non troppo corta (circa 20-30 cm di lunghezza dal moschettone o dall’attacco con la capezza), posizionando una mano di fronte all’occhio del cavallo dal nostro lato e una mano sull’incollatura tra spalla e collo. La mano davanti all’occhio controllerà il movimento della testa e ci proteggerà da eventuali movimenti bruschi che potrebbero farci del male. Inoltre la vicinanza alla capezza ci permette di controllare eventuali fughe in avanti, di lato o indietro. L’altra mano metterà invece una pressione di controllo del collo, introducendo il concetto della futura redine d’appoggio. Inoltre permetterà di correggere il tentativo del cavallo di venire contro di noi utilizzando la spalla. Con questa posizione siamo in grado di controllare testa, collo e spalla contemporaneamente (Foto 2).

 

Foto 2 – La posizione del cavaliere è fondamentale per la riuscita dell’esercizio. Le mani devono agire su testa e collo per controllare gli snodi di movimento del cavallo.

 

I livelli di pressione cominciano dal nostro sguardo che sarà rivolto alla punta dell’anca opposta in modo che la spinta sia già in direzione del movimento del cavallo, bloccandone il movimento in avanti e promuovendone quello laterale (Foto 3).

Foto 3 – Lo sguardo rimane sulla punta dell’anca esterna, il corpo a circa 45 gradi sulla spalla. Questa la posizione corretta per richiedere lo spostamento di spalla. Immagine tratta dal “Manuale1: Il Lavoro da terra” acquistabile sul sito ATH.

 

Le mani saranno dove indicato, ma a circa 20 centimetri dal cavallo. La voce darà il secondo livello di pressione, in quanto ci aspettiamo che con sguardo e voce il cavallo esegua lo spostamento. Logicamente all’inizio non lo farà, quindi dovremo incrementare le pressioni. Il terzo livello di pressione sarà dato dalle mani che muovono ritmicamente avanti e indietro, come in una minaccia di colpo con il palmo sulla mascella e sul collo. Dopo due o tre movimenti a vuoto ed in assenza di movimento, si andrà al contatto diretto con il cavallo e sarà un contatto di intensità crescente, fino ad ottenere uno spostamento. Se necessario dovremo usare anche la coda della lunghina sulla spalla se la pressione delle mani dovesse risultare inefficace. Logicamente, ad una risposta del cavallo, le pressioni si interromperanno per poi ricominciare dallo sguardo. Inizialmente la pressione delle due mani sarà uguale, ma poi si adeguerà a seconda della risposta del cavallo. Se, per esempio, dovesse spostare eccessivamente la testa nella direzione, mentre la spalla rimane troppo vicina a noi, correremo il rischio di trovarci troppo frontali rispetto al cavallo, spingendolo in un movimento indietro e perdendo lo spostamento di spalla. In tal caso sarà la mano vicino all’incollatura ad aumentare la pressione, mentre quella alla faccia la calerà. Viceversa, se il cavallo cerca di fuggire di spalla o di spingerci via con la testa, allora la maggior pressione sarà verso la faccia. Ricordate che la zona della mascella sotto l’occhio è molto sensibile e può essere usata a nostro vantaggio. Ottenuto il primo passo, dovremmo immediatamente riadattare la nostra posizione per ritornare con la stessa angolatura iniziale così da ricominciare la richiesta. Quello che ricerchiamo è un movimento dell’arto anteriore vicino a noi che va a scavalcare l’altro arto anteriore, mentre il posteriore opposto funge da perno del movimento. All’inizio ci accontenteremo che il cavallo si muova nella direzione richiesta. Poi pian pianino cercheremo l’incrocio degli anteriori e quindi il perno sui posteriori. Non facciamo tuttavia l’errore di concentrarci a guardare troppo le gambe del cavallo, ma teniamo lo sguardo sempre sulla punta dell’anca. Gli errori più frequenti riguardano la posizione del cavaliere. Se non manteniamo il corretto angolo il cavallo potrebbe sfuggirci in avanti nel caso in cui fossimo troppo aperti e spostati verso il fianco, potrebbe invece arretrare nel caso in cui fossimo troppo chiusi e quindi davanti alla sua testa. Cerchiamo la giusta posizione che dia il miglior risultato. Ogni soggetto ha la sua posizione ideale. Bisogna solo provare e riprovare osservando le risposte alle pressioni. Un altro errore sta nel cadere nel ritmo del cavallo, che potrebbe iniziare un movimento troppo rapido per essere seguito. Eseguiamo un cerchio dove il cavallo è all’interno, quindi sarà sempre più veloce di noi. Regoliamo la velocità con il controllo della capezza e cerchiamo un ritmo di movimento a noi consono. Altro errore può essere dato da una pressione troppo debole che porta il cavallo a rimanere fermo sulle spalle e a muovere per comodità solo i posteriori. Ultimo errore comune risiede nella scorretta lettura della pressione da applicare, se alla testa del cavallo o alla spalla. L’esperienza, i tentativi e l’osservazione dei movimenti vi aiuteranno a capire come meglio agire. Man mano che l’esercizio migliora, potrete prendere distanza dal vostro allievo e provare a chiedere degli spostamenti di spalla anche da posizioni diverse, avendo cura di orientare lo sguardo e le pressioni sempre in maniera corretta. Questo lavoro sarà propedeutico per molti esercizi a venire, come il side-pass, il muovi le spalle, il corridoio ed il controllo a distanza.

 

AZIONE CON LO STICK

Con alcuni cavalli può venire più efficace utilizzare uno stick per ottenere lo spostamento di spalla. In tal caso terremo lo stick con entrambe le mani inclinato tra spalla e testa del cavallo. Dopo la richiesta dello sguardo e della voce, muoveremo lo stick avanti ed indietro fino a colpire contemporaneamente spalla e mandibola. Se il cavallo si inarca per evitare la pressione, useremo lo stick sulla sua parte di corpo più vicino a noi (spalla o testa) sempre tenendolo di traverso. In breve il cavallo capirà di effettuare il movimento solo posizionando lo stick in diagonale vicino alla spalla.

SHARE THIS